10 Marzo 2010 – In occasione di una lezione con gli iscritti al Dottorato in Teoria delle Lingue e del Linguaggio, Clara Montella, professore di Teoria e storia della traduzione all’Orientale,ha descritto – attraverso l’opera di Leonardo Bruni – il rinnovamento che ha caratterizzato gli studi sulla traduzione e il conseguente cambiamento dei logonimi del tradurre tra il XIV e il XV secolo.
La terminologia traduttologica nel medioevo latino è ricca: i logonimi vertere e transferre (resi con i corrispettivi francesi tourner e translater, inglesi turn e translate e spagnolo trasladar); la terminologia del “De Optimo Genere Interpretandi” di San Girolamo con cui ha inizio la dicotomia tra la traduzione ad sententiam e quella ad verbum;l’interpres che designa un vaticinio che va oltre la semplice mediazione (interpres avium, interpres somnium, fides interpres, ecc.).
L’introduzione di un nuovo logonimo da parte di Leonardo Bruni appare come una scelta mirata e significativa, parte di una più ampia progettualità culturale: traductio è adoperato accanto agli altri termini latini dagli inizi del XV secolo e assume un valore iperonimico – fino a sostituire l'interpretatio che resta collegata principalmente all'esegesi e alle scritture religiose – godendo di ampia fortuna nelle lingue romanze (fr. traduire, it. tradurre, sp. traducir).
La figura di Leonardo Bruni, in questo quadro di riferimento, assume un rilievo particolare perché manifesta una forte coscienza metalinguistica e metastilistica e il necessario riconoscimento dell'autorialità del testo, segnando il distacco dalla tradizione medievale e proponendo un approccio filologico ai classici che vengono considerati nella loro completezza stilistica e contenutistica.
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