Il primo incontro del Ciclo, intitolato L’etico/estetica relazionale del “sense lab”, è stato tenuto da Stamatia Portanova, docente presso il dipartimento di Media and Cultural Studies della Birkbeck University di Londra.
La conferenza si è incentrata sul concetto di ibridità, concepita come relazione tra tecnologia e danza, che unendosi danno vita ad una nuova forma di espressione estetica ed artistica nell’epoca delle nuove arti digitali. Stamatia Portanova ha esemplificato questo concetto illustrando la sua esperienza di post-dottorato fatta alla Concordia University di Montreal, in Canada, e in particolare ha parlato della sua collaborazione con i laboratori Sense Lab e Topological Media Lab.
Il primo, fondato da Erin Manning nel 2004, è composto da artisti, accademici, ricercatori, ballerini e scrittori che collaborano tra loro e che concepiscono il corpo come tecnologia vedendo dunque in esso una forma di pensiero. Del resto, la stessa Manning sostiene che “tutto ciò che comincia come movimento del corpo finisce come movimento del pensiero”. In pratica, mentre agiamo stiamo pensando, che si tratti di un’azione mentale, come un concetto, o di un’azione pratica come la danza o la scrittura. Questo concetto è stato il tema principale dell’evento Dancing The Virtual, organizzato dai ricercatori del Sense Lab, dove ogni partecipante proponeva una propria espressione creativa, che poteva essere appunto un concetto, dei passi di danza, un software, un video ecc, tutti accomunati da un unico filo conduttore: il pensiero.
Il Topological Media Lab si occupa maggiormente dell’aspetto tecnologico, in particolare si rivolge ai nuovi media, come ad esempio la Motion Capture, ossia “cattura del movimento”. Si tratta di una tecnica di animazione digitale che permette di applicare a personaggi virtuali i movimenti di persone o animali ripresi in tempo reale e immediatamente riprodotti sullo schermo tramite sensori posti nei punti di giuntura delle ossa e di contrazione dei muscoli. A tale riguardo, Stamatia Portanova ha mostrato parte di un video del coreografo americano Bill T.Jones intitolato Ghostcatching, nel quale sono riportati, attraverso un personaggio virtuale, i movimenti di un ballerino che corrispondono ad una serie di linee sullo schermo. I sensori possono venire applicati anche a degli oggetti, che in questo modo percepiscono il movimento del corpo umano e reagiscono ad esso come coperteche producono suoni al semplice tocco o dispositivi che catturano la voce umana e trasferiscono le parole sulle pareti.
Invia nuovo commento