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Eventi e convegni | L'Orientale Web Magazine

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13. 10. 2009| Eventi e convegni

20 anni dalla caduta del Muro di Berlino

Prime due giornate del convegno internazionale sulla caduta del Muro di Berlino. La gioranta è stata presentata dal prof. Amedeo Di Francesco, Coordinatore del Dottorato in Culture dell'Europa Orientale e dalla prof.ssa Giusi Zanasi. Sono intervenuti: lo scrittore ungherese Gyorgy Konrad, la scrittrice tedesca Marion Titze e il poeta rumeno Geza Szocs.
Prossime sessioni il 28, 29 e 30 ottobre presso Palazzo Du Mesnil.

Giovedì 1 e venerdì 2 ottobre presso l’Orientale si è svolto un convegno internazionale sulla caduta del Muro di Berlino.  A vent’anni da quell’evento epocale che avrebbe cambiato la storia del mondo, si icerca di tracciare un primo bilancio. Ad organizzare questa iniziativa hanno provveduto 2 Facoltà dell’Orientale (Lettere e filosofia; Lingue e letterature straniere) con l’obiettivo dichiarato di non  riproporre iniziative storiografiche e/o politologiche, promosse un po’ dovunque quest’anno, ma delineare un profilo diverso, incentrato soprattutto sull’aspetto culturale e sulle testimonianze dirette di chi quegli avvenimenti li ha vissuti sulla sua propria pelle di cittadino dell’Europa dell’Est. Per quanto riguarda l’aspetto culturale, per esempio, si è parlato di fedeltà letteraria e dittatura di sinistra” (Sebastian Kleinschmidt, 1 ott. ore 10.00), e della presenza del tema della caduta del Muro in letteratura (Géza Szocs, 1 ott. Ore 11.30).

 

Tra coloro che sono intervenuti, ricordiamo lo scrittore ungherese Gyorgy Konrad, autore di testi come Antipolitica, tradotto in Italia negli anni 70 (1 ott. ore 10.00);  e il poeta albanese Visar Zhiti (1 ott. Ore 16.00): nato a Durazzo nel 1952, esordisce giovanissimo come poeta sulle più prestigiose riviste letterarie albanesi, finché nel 1979 cade sotto le grinfie del Sigurimi, la famigerata polizia politica albanese,  e viene condannato a dieci anni di carcere che sconta sotto forma di lavori forzati nelle miniere e nei gulag albanesi. Qui, per la proibizione di scrivere, sfidando ogni pericolo, compone mentalmente o su frammenti di carta poesie che consegna segretamente alla madre durante le rare visite permesse.

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