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Arte e cultura | L'Orientale Web Magazine

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15. 05. 2010| Arte e cultura

I Balletti Russi nella Parigi di inizio secolo

Walter Zidaric spiega l’importanza di Petruška nella cultura occidentale e nella storia della danza

 

«Comprendo ora ciò che mi commuove tanto nella danza: non è l’aspetto plastico né gli atteggiamenti, bensì il vedere un essere umano come me curvo, teso, pronto al salto: e tutto a un tratto egli avanza, corre, gira, solleva le braccia, si agita obbedendo freneticamente ai ritmi oscuri della sua traboccante vitalità. La danza è l’arte in cui “crei con te stesso”, con i materiali più immediati e più naturali di cui si possa disporre. Dobbiamo alla Russia l’averlo imparato».

Così scrive, con grande entusiasmo, Jacques Rivière, scrittore e critico francese, su La Nouvelle Revue Française a proposito di Petruška,  intuendo immediatamente come la Russia fosse entrata con  forza straordinaria nel mondo occidentale, a dettare legge in materia di danza. L’opera, presentata per la prima volta a Parigi nel giugno 1911, è rappresentata dai Balletti Russi di Djagilev, con le coreografie di Michel Fokine, gli allestimenti e i costumi di Alexandre Benois e le musiche di Stravinskij. In un’epoca in cui la danza è ancora legata alle forme chiuse e perfette del classicismo occidentale i Balletti Russi aprono la strada verso forme innovative dove la danza non è più danza. E Petruška ne da chiaramente la misura.

Walter Zidaric, docente di Lingua e Letteratura Italiana all’Università di Nantes ma anche slavista e musicologo, ha tenuto una lezione dal titolo “Musica, Teatro e Balletti Russi” proprio sull’importanza di Petruška nella cultura occidentale e nella storia della danza, nell’ambito del “Modulo interdisciplinare sulla commedia delle maschere della cultura russa del primo ‘900” organizzato dalle docenti Michaela Bohming e Lucia Tonini.

Sulla base dei suoi studi egli ha avanzato una ricostruzione della nascita del personaggio Petruška: le radici principali sono Petrolino, figura che appare verso la metà del ‘500 trasformandosi poi in Pierrot in Francia, e Pietro Mira, buffone napoletano alla corte di Pietro il Grande, che inscena le storie di Petrillo. Zidaric, infine, ha individuato l’assoluta originalità di Petruška nella sua sensibilità quasi umana che ricorda il Pinocchio di Collodi le cui avventure furono pubblicate in Russia nel 1906.

 

Autore: Aniello Fioccola

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