Napoli, 18 giugno 2010 – Il progetto Ramblas,organizzato dall'Associazione Culturale Taverna Est, si inserisce nel programma del Napoli Teatro Festival Italia trasformando le strade di Napoli in crocevia di artisti di ogni tipo: clown, funamboli, sputafuoco, giocolieri, ma anche burattinai, madonnari, musicisti, ballerini, mimi (per maggiori informazioni su artisti e performance www.teatrofestivalitalia.it). Con un obiettivo: tutela e promozione dell'arte di strada a Napoli. Il tutto avviene tra il 18, 19 e 20 giugno 2010 con una serie di street performance gratuite in tre punti strategici della città, rispettivamente via Scarlatti, via Toledo e Villa Comunale.
Oltre naturalmente per quelli collegati al giusto riconoscimento delle figure che lo meritano, siamo sensibili alla questione anche per motivi che ci riguardano da vicino: appena un paio di giorni fa alcuni docenti di una nostra centralissima sede hanno dovuto sbarrare le finestre nonostante il caldo soffocante nella speranza di attutire il fracasso di una manifestazione canora del tutto improvvisata e abbastanza improbabile dal punto di vista artistico (la "cantante" si era persino, e incredibilmente, attrezzata con un microfono). Abbiamo così incontrato Anna e Ivana, due ragazze che hanno sposato con entusiasmo la causa del riconoscimento e che si impegnano per una raccolta firme volta al conseguimento di una regolamentazione che disciplini questo tipo di attività.
Qual è lo scopo di questa petizione?
L'idea è quella di ottenere un regolamento che possa valorizzare e nello stesso tempo dare dei diritti agli artisti di strada: la loro è un'attività all'ordine del giorno presente ormai in tutte le città italiane. Ci sarebbe da chiedersi, a questo punto, come mai non sia stato fatto ancora nulla in questo senso.
Qual è il modello a cui vi siete ispirati?
Dal titolo della manifestazione si capisce l'evidente riferimento a Barcellona e al suo celebre corso pullulante di artisti. In tutti i casi gli esempi a livello europeo si sprecano: basti pensare che in Francia lo Stato concede loro uno stipendio, e sebbene si tratti di cifre irrisorie, è comunque un segnale importante di considerazione.
Che tipo di riscontro avete avuto finora?
Sicuramente positivo: la gente riconosce questo tipo di attività come un qualcosa che ha sempre fatto parte di Napoli e che rappresenta al meglio la vitalità di questa città. In fondo si tratta di spettacoli gratuiti che non possono che essere una forma di arricchimento per i cittadini. Chiaramente c'è una controparte, altrettanto cospicua, che non accetta di buon grado questa forma d'arte.
Qual è, a vostro avviso, il motivo di questo rifiuto?
L'ignoranza. Sono in molti ad avere dei pregiudizi su persone che “si guadagnano da vivere in questo modo” non sapendo che spesso questi artisti conducono anche altre attività, chiaramente per questione di necessità.; altri invece si lamentano perché vorrebbero strade più “tranquille”; altri ancora per la pulizia...
Un progetto che merita ogni attenzione. All'eventuale riconoscimento si dovrà accompagnare una regolamentazione che sicuramente farà piacere agli artisti seri: è innegabile, infatti, che spesso nelle strade del centro si trovano improvvisatori che di artistico hanno poco o nulla che talvolta risolvono le loro attività in un vero e proprio disturbo della quiete pubblica e che gettano cattiva luce sull'intera categoria.
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