Questa volta il Centro Studi sul Buddhismo ci propone una pellicola coreana del 1993 intitolata Hwa-Om-Kyung ( Passage to Buddha), diretta da Jang Sun Woo e vincitrice del premio Alfred Bauer al festival di Berlino del 1994.
Jang Sun Woo, regista poco stimato in patria, risulta essere un artista molto provocativo e controverso per via delle tematiche trattate nelle sue opere a volte anche bollate come pornografiche.
Il film in questione è tratto da un libro del famoso scrittore e monaco coreano Ko Un ed è un viaggio allegorico compiuto dal piccolo Seon Jae alla ricerca della madre.
Come spiega la professoressa Chiara Ghidini durante la presentazione del film, Hwa-Om-Kyung è un opera sul buddhismo (e non un opera buddhista) e sul mondo moderno. E’ un opera sul buddhismo perché il viaggio del protagonista Seon Jae è il viaggio narrato nel Avatamsaka sutra (il sutra della Ghirlanda del Fiore, del V secolo a.C. circa) alla ricerca dell’essenza del buddhismo. Durante il suo viaggio, Seon Jae, incontrerà persone che contribuiranno alla sua formazione e segneranno il suo cammino interiore verso la Buddhità, ovvero lo stato di Buddha, la consapevolezza assoluta. Queste persone, per lo più appartenenti alle classi sociali meno agiate, porteranno il protagonista a scontrarsi con quello che è il prezzo, in termini ambientali ed umani, dello sviluppo economico e sociale del paese pagato a spese della povera gente.
E’ proprio in questo che Passage to Buddha risulta essere un film sul mondo moderno, in quanto il regista ha saputo trasporre in chiave attuale alcuni dei concetti fondamentali del buddhismo.
In conclusione, quello di Jang Sun Woo è uno degli approcci possibili all’essenza del buddhismo attraverso un tipo di cinema attento alle problematiche presenti nella società coreana contemporanea e che non risparmia di provocare lo spettatore sotto vari punti di vista, in particolar modo forse sotto quello morale.
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