Manuale pratico per lo spettatore di teatro, cinema, televisione.
Il primo manuale di recitazione scritto per gli spettatori. Regole trucchi criteri per riconoscere gli stili degli attori e scoprire le tecniche che usano sul palcoscenico e sul set.
Ci sono saggi con cui gli studiosi di una determinata materia devono fare a lungo i conti. Oggi che lo studio dell’attore sta coinvolgendo sempre nuovi soggetti, anche provenienti da discipline un tempo assai sospettose nei confronti dell’argomento, il saggio di Claudio Vicentini si candida a diventare un punto di riferimento certo. Anche per l’assenza editoriale, evidentissima, che un libro come L’arte di guardare gli attori (in libreria il 21 novembre) viene all’improvviso a colmare. E per la presenza di un sottotitolo che promette di abbattere gli steccati disciplinari fra teatro, cinema e televisione proprio in nome della comune presenza dell’attore. Aria nuova di cui si avvertiva davvero il bisogno. In effetti, sono tante le novità che il volume mette in campo. Anzitutto la precisa volontà di parlare di tecnica della recitazione non a studiosi né ad aspiranti attori ma ad un pubblico anche più ampio: certamente studenti, ma anche semplici appassionati di teatro, cinema e televisione, senza peraltro che gli studiosi debbano trovare, all’interno del percorso scelto, una ripetizione insapore di vecchi concetti. Qui evidentemente la novità sta nell’impresa (a memoria finora intentata, almeno ad alto livello). I termini tecnici sono sorprendentemente pochissimi. Gli esempi, invece, molti. L’altra sorpresa è costituita dall’impianto del volume: la scansione delle tesi è avvolgente; si è stretti in una spirale argomentativa garbatissima, ma che non lascia spazio a repliche. Non solo per come Vicentini affronta il tema - per come lo indaga anche nelle più minute pieghe – ma anche perché riparte sempre (siano gli esempi tratti da Lessing o Engel, Cechov o Fo) a partire dalla storia. Storia della drammaturgia, storia delle teorie dello spettacolo moderno, storia del cinema. Ma intanto le prime centocinquanta pagine del libro servono a definire, delineandole con massima precisione, le due fondamentali tecniche della recitazione che si precisano e distinguono a partire dalla seconda metà dell’ottocento: quelle dell’immedesimazione e quelle dell’imitazione. |
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