Prima in Campania, l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” ha emanato il 30 ottobre 2009 un Codice Etico che si indirizza a professori, ricercatori, personale tecnico-amministrativo e studenti. Dal confronto tra i docenti Rossella Bonito Oliva, Francesco De Sio Lazzari, Valentina Grado, Cristina Vallini e la dottoressa Paola Rossi si è giunti a una dichiarazione di principi, il cui fine è di promuovere e salvaguardare alcuni valori decisivi per la cultura universitaria, quali la dignità umana, il rifiuto di ogni discriminazione, la tutela della libertà, l’onestà, l’imparzialità e la trasparenza.
Abbiamo incontrato Rossella Bonito Oliva, presidente della Commissione Etica, docente di Filosofia morale, Ermeneutica filosofica ed Etica della comunicazione, e Direttore del Dipartimento di Filosofia e Politica, per porle alcune domande sul Codice.
Perché è nata l’esigenza di un Codice etico di Ateneo?
Si tratta della risposta ad una indicazione ministeriale. In realtà questi codici sono nati in un primo momento nelle università anglosassoni, per far fronte ai problemi di quelle facoltà che avevano rapporti con l’esterno (ingegneria-fisica), al fine di delineare una cornice in cui potessero essere definiti i rapporti con l’imprenditoria e alcuni enti che assumono un ruolo sempre più importante rispetto alle università. Di qui la necessità di definire con precisione il rispetto di alcuni principi non specificati dal codice civile e penale.
Può avere una reale efficacia e migliorare l’immagine sociale dell’Università?
Nel preambolo si parla di valori cardine dell’istituzione universitaria quali “l’equità, l’imparzialità, la leale collaborazione e la trasparenza”. Ciò è strettamente legato al problema del nepotismo. Il codice può risolvere effettivamente il problema?
Dall’emanazione del Codice si è avuto qualche risultato?
Come è possibile fare una denuncia?
Esiste un indirizzo e-mail: com.etica@unior.it oppure si può fare la segnalazione in forma cartacea al Rettorato.
Quali sanzioni sono previste per la violazione di uno degli articoli del Codice?
L’art. 3 dice che l’università deve “valorizzare la libertà intellettuale e il libero scambio delle idee intellettuali come essenziali per il raggiungimento della sua missione istituzionale e accademica, e si impegna, altresì, a proteggere i suoi componenti da qualsiasi tentativo di limitazione o violazione di tale libertà”. Mi viene in mente un breve scritto di Derrida sull’incondizionatezza, cioè sulla indipendenza e l'autonomia dell'insegnare e dell'università che non possono e non devono essere piegate ad alcun potere: né al potere statale né al potere economico né ai poteri mediatici, ideologici e religiosi. Mi sembra una questione decisiva. Che cosa ne pensa?
Ci si è ispirati a qualche altro documento per la stesura del Codice?
Non credo. Se si acquistasse piena coscienza di questo strumento, non sarebbero necessari ulteriori codici, dal momento che tutti i componenti della comunità universitaria si dovrebbero sentire in dovere in primo luogo di osservare anche i codici civile e penale.
intervista!
mi sembra un'ottima intervista:
molto utile a tutta la comunità dell'Ateneo, perché chiarisce bene
genesi e fini di un testo importante come il Codice Etico.
buone e ben calibrate le domande, e molto precise le risposte.
(Francesco De Sio Lazzari)
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