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21. 07. 2010| Eventi e convegni

OpenAIRE: la Comunità Europea, la libera diffusione del sapere e le nuove infrastrutture informatiche

Roma, 7 Luglio 2010 – Presentazione nazionale del progetto OpenAIRE. I complimenti all'Orientale per l'allestimento dell'Open Archive d'ateneo "OPAR".

Da più in un decennio il movimento Open Access promuove la libera diffusione del sapere e, in particolare, dei risultati della ricerca scientifica su scala globale.
Questo movimento promosso da ricercatori e studiosi di tutto il mondo ha incontrato non pochi ostacoli sul suo cammino. Primo fra tutti, la resistenza degli editori rispetto all'ipotesi di una disseminazione ampia e libera del sapere. Anche se il movimento sembra prendere spunto da motivazioni di stampo ideologico, in realtà si tratta anche di una questione politica ed economica che tocca da vicino il delicato tema della diffusione del sapere scientifico in relazione alla crisi che sta investendo l'ambiente accademico e di ricerca internazionale.
Il fulcro della questione – a ben vedere, paradossale – è che, spesso, gli stessi enti che finanziano la ricerca scientifica si trovano costretti a pagare una seconda volta per rendere accessibili i risultati della ricerca al pubblico: è il caso, ad esempio, degli abbonamenti alle numerose riviste scientifiche da parte delle università italiane. Le suddette riviste, pur pubblicando le ricerche scientifiche finanziate con fondi pubblici, richiedono un pagamento per la consultazione dei testi e, in questo modo, le università e gli enti di ricerca sono costretti a sostenere una doppia spesa: prima per finanziare la ricerca e poi renderla accessibile al pubblico. Si calcola che in media, ogni anno, l'Italia paghi ad Elsevier una cifra davvero considerevole per gli abbonamenti, anche se gran parte delle ricerche sono finanziate da terzi – come enti di ricerca, atenei e istituzioni governative – e non dall'editore che, tuttavia, ne ricava il profitto maggiore non soltanto in termini economici ma anche di prestigio.
La Comunità Europea ha preso una netta posizione al riguardo, firmando nel 2003 la Dichiarazione di Berlino, con la quale si promuove il libero e immediato accesso al sapere scientifico, reso possibile grazie alle nuove tecnologie e alle possibilità offerte dalla rete. In Italia, la CRUI ha aderito alla Dichiarazione di Berlino firmando la Dichiarazione di Messina nel 2004, dando inizio al lungo percorso verso la libera diffusione del sapere.
 
 
Che cos'è l'OpenAIRE
 
La presentazione del progetto OpenAIRE si è svolta presso l'auditorium del CASPUR, Consorzio interuniversitario per le Applicazioni di Supercalcolo Per Università e Ricerca. Presenti all'evento diversi rappresentanti di atenei, istituzioni e centri di ricerca italiani: il CNR, l'ENEA, l'Università della Tuscia, l'Università di Roma3, l'Università di Salerno, l'Università “L'Orientale” e altri. L'evento è stato organizzato con lo scopo di informare e aggiornare gestori di archivi istituzionali, bibliotecari e ricercatori sullo sviluppo delle nuove infrastrutture che favoriscono la diffusione del sapere scientifico in modalità open access .
La relatrice – la dottoressa Paola Gargiulo, riconosciuta esperta nel trattamento informatico dell'informazione e responsabile per conto del CASPUR con il CIBER (Comitato interuniversitario Base dati ed Editoria in rete) – ha presentato il progetto concentrando l'attenzione sull'importanza dell'open access e delle nuove possibilità offerte alla comunità accademica e scientifica internazionale.
Paola Gargiulo ha più volte sottolineato la necessità della diffusione delle iniziative open access,  piuttosto lenta in Italia, diversamente da quanto accade nel contesto accademico e di ricerca internazionale. Anche per questo motivo, l'istituzione di un portale e di un help-desk nazionale come OpenAIRE appaiono assolutamente necessari: durante l'evento alcuni partecipanti hanno, infatti, dimostrato una conoscenza relativa delle iniziative collegate al movimento open access, delle procedure e degli standard d'interoperabilità adottati a livello internazionale e, in alcuni casi, persino delle direttive della Comunità Europea e delle enormi possibilità offerte da simili iniziative.
La Commissione Europea (CE) e l'European Research Council (ERC) hanno dato vita a questo progetto pilota OpenAIRE con un finanziamento triennale per assicurare la massima diffusione possibile ai risultati delle ricerche che finanziano nell'ambito del Settimo Programma Quadro.
In pratica, tutte le ricerche finanziate in base al programma FP7, dovranno essere obbligatoriamente depositate in un archivio istituzionale o disciplinare open access, se esistente. Nel caso in cui l'ente di ricerca o l'università di afferenza del ricercatore non siano ancora dotati di un archivio open access, il ricercatore avrà la possibilità di depositare il proprio lavoro direttamente nell'archivio OpenAIRE in attesa della costituzione di uno specifico archivio di riferimento; inoltre, grazie alla raccolta dei metadati, il portale OpenAIRE potrà avere libero accesso a tutte le ricerche depositate negli archivi europei e rendere facilmente recuperabile e liberamente accessibile tutto ciò che viene finanziato con i fondi della Comunità Europea.
 
L'archivio OpenAIRE è stato realizzato, infatti, anche per dare la giusta visibilità alla produzione scientifica di tutti i ricercatori che – non avendo a disposizione un archivio istituzionale in cui depositare il proprio lavoro – vogliano depositarlo e renderlo liberamente accessibile in rete grazie all'interoperabilità degli archivi open access. Inoltre, il portale OpenAIRE offre sostegno ai gestori di archivi istituzionali, alle associazioni e agli enti che desiderano costituire un archivio istituzionale o disciplinare, ai bibliotecari che si affacciano nel mondo dell'editoria online e a tutti coloro che sono interessati alle nuove possibilità offerte dalle risorse informative elettroniche.
 
La giornata si è conclusa con un invito da parte della dottoressa Paola Gargiulo del CASPUR a promuovere e sostenere la conoscenza del movimento Open Access, delle iniziative ad esso collegate e, in particolare, dell'archivio OpenAIRE. Inoltre, dal 18 al 24 Ottobre 2010, come ogni anno, si terrà la settimana internazionale dell'Open Access durante la quale le università, le organizzazioni ed gli enti di ricerca promuoveranno iniziative, giornate di studio, convegni e workshop, incontri, dibattiti e altro ancora – tutto all'insegna della libera diffusione del sapere scientifico.
 
Per quanto riguarda il nostro ateneo, abbiamo certamente ascoltato con il necessario interesse le parole della dottoressa Gargiulo, alla quale non è sfuggito lo sforzo sinora compiuto dall'Orientale. Sforzo tempestivo, non ultimo rispetto alla specifica richiesta di adeguamento fatta dalla CRUI. A tale proposito Paola Gargiulo, notoriamente attenta alla sensibilità degli atenei in questo ancora delicato ma fondamentale campo di diffusione del sapere, ha mostrato di conoscere il risultato conseguito dall'Orientale di Napoli, riservandoci anche le sue gradite e significative parole di sostegno. È stato infatti sottolineato in occasione della giornata di lavoro, quanto gli atenei italiani non sempre si siano attrezzati adeguatamente alle richieste della CRUI che, vada ricordato, non fanno altro che sollecitare la massima attenzione rispetto a quanto disposto dal Ministero dell'Università e della Ricerca relativamente alla pubblicazione di almeno una parte della loro produzione scientifica d'ateneo.
 
 
Per maggior informazioni sull'iniziativa:
http://wiki.opearchives.it/ – Sito dell'Open Access su wiki
http://www.openarchives.it/pleiadi – Portale per la Letteratura scientifica Elettronica Italiana su Archivi aperti e Depositi Istituzionali
http://www.crui.it/ - Sito della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane

Autore: Azzurra Mancini

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Caspur OPAR Open Access Paola Gargiulo

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